Vantaggi del bilinguismo nella dislessia
In una puntata de “La ricerca continua” Chiara Melloni, docente di Glottologia e Linguistica del dipartimento di Culture e civiltà, presenta una ricerca sui vantaggi del bilinguismo nella dislessia. Realizzato assieme ad un gruppo di ricercatori e ricercatrici al lavoro nel laboratorio LaTeC, Language, Text and Cognition, il protocollo sperimentale è stato sottoposto riprendendo un esperimento noto come Wug Test.
Lo scopo della ricerca è stato quello di indagare l’interazione fra la dimensione del bilinguismo e la dislessia in quattro gruppi di bambini, monolingui e bilingui, con e senza diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento attraverso un tes basato sulla formazione di pluralizzazione di parole inventate e adattato alla morfologia dell’italiano per tracciare l’abilità di applicare regole a parole nuove.
“I risultati della ricerca – spiega Melloni – sono stati chiari e molto interessanti. In particolare, per ciò che concerne la dislessia, si è evidenziata una compromissione dell’abilità morfologica dei bambini monolingui con dislessia evolutiva, mentre al contrario è stato evidenziato un notevole vantaggio del bilinguismo in questo tipo di task morfologico: i bambini bilingui, infatti, hanno una maggiore capacità e consapevolezza metalinguistica. Un esito ancora più significativo è stato rilevato nei bambini bilingui con diagnosi di dislessia evolutiva, che hanno risposto con maggior correttezza rispetto ai bambini, sia bilingui che monolingui, con sviluppo linguistico tipico”.